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Il Baskin un'attività sportiva per tutti

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di genitori e ragazzi delle scuole di Vicenza che hanno partecipato al progetto "gioco anch’io" dedicato al Baskin.
Fa più rumore un albero che cade che un bosco che cresce… e così, in questo tempo grigio, arido di buone notizie vogliamo far conoscere un’esperienza arricchente ed estremamente positiva che ha fatto crescere nel modo in cui tutti vorremmo, diversi adolescenti che hanno regalato a piene mani sensibilità, tempo, disponibilità ai loro coetanei con abilità diverse, ricevendo in cambio la cosa più preziosa ovvero l’amicizia.

Tutto ciò è stato possibile attraverso l’esperienza del Progetto “Gioco anch’io” partito in sordina qualche anno fa in pochi Istituti Superiori della città ma che si sta espandendo a macchia d’olio divenendo un vero e proprio prototipo d’inclusione che trova spazio e sostenitori in tutto il nostro Paese.

Da quest’anno poi anche il Baskin sta emergendo diventando un vero e proprio punto di riferimento d’inclusione attraverso lo sport.

Attraverso questa lettera vorrei giungessero il riconoscimento e ringraziamento al Provveditore Dott. Corà che ha creduto ed investito risorse umane, ai Dirigenti che hanno permesso l’organizzazione, ma soprattutto a tutti gli insegnanti che con generosità, dedizione e continuità; chi in distacco in Provveditorato, chi nel lavoro quotidiano nelle palestre ne hanno permesso l’attuazione.

Il ringraziamento viene da molti genitori, ma anche a nome dei nostri figli, che spesso non hanno parola.

Gioco anch’io, il Baskin (attività sportiva che s’ispira al basket) hanno rappresentato un’esperienza fantastica da tutti i punti di vista che ha permesso di far crescere, divertire, socializzare, creare relazioni, costruire amicizie attraverso lo sport.

Un’opportunità enorme per i nostri ragazzi speciali ma anche un’esperienza unica ed originale per gli studenti tutor che hanno potuto avvicinarsi al mondo della disabilità senza paura, né pregiudizi: in modo umano, del tutto naturale.

Tutti questi ragazzi hanno potuto vivere la disabilità come una risorsa, distinguere la persona dalla malattia.

I nostri figli hanno potuto sperimentare rapporti con coetanei normodotati (brutta espressione) giocare, divertirsi, creare amicizie che non si sono ristrette solo al momento dell’esperienza in palestra ma che hanno avuto continuità, riscontri anche nella vita reale.

Contiamo, ma ne siamo certi, che questa “buona prassi”, questo decisivo e positivo progetto per la qualità della vita e della crescita di tanti ragazzi sia sostenuto, abbia continuità e si incrementi ovunque.

A nome dei genitori ed i ragazzi di “gioco anch’io e del baskin.
Cosetta Gonzato e Tommaso Omerini


Vicenza 23 maggio 2017