logo Integrazione Scolastica    

XALTRO: LA SCUOLA, MAESTRA DI VITA PER TUTTI

Intervista al presidente della FADIS Federazione Associazioni Docenti per l’Integrazione Scolastica pubblicata sulla rivista XALTRO (n. 5 2014).
LA SCUOLA, MAESTRA DI VITA PER TUTTI

…l’innalzamento del numero degli alunni per classe ha determinato la riduzione del personale docente rendendo molto problematica l’individualizzazione degli insegnamenti, non solo per gli alunni con disabilità, ma in generale per tutti gli studenti


Qual è la situazione degli insegnanti di sostegno oggi e quella degli alunni che hanno diritto al sostegno?

Il sistema scolastico italiano, dalla fine degli anni Settanta del Novecento, è incentrato sull’integrazione degli alunni con disabilità nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine
e grado. Tuttavia, la situazione odierna degli insegnanti di sostegno non è definita in maniera adeguata sul piano professionale. Mi riferisco in particolare alla necessità di istituire una specifica classe di concorso per chi svolge questa professione. Purtroppo in questi anni abbiamo assistito a utilizzazioni sul sostegno di persone che non ne avevano assolutamente la competenza e la motivazione, con la successiva ricaduta negativa su persone che non necessitano di altre difficoltà.
Diverso il discorso per gli alunni con disabilità, dove almeno sul piano normativo abbiamo una tradizione legislativa in favore dell’integrazione scolastica, ancora all’avanguardia in Europa. Il problema resta l’attuazione di queste norme in tutte le scuole italiane, dove coesistono diversi approcci all’integrazione, talvolta ancora incentrati esclusivamente sul rapporto insegnante di sostegno e alunno con disabilità.
L’integrazione scolastica degli alunni e delle alunne disabili è un percorso che va condiviso con i genitori e che deve necessariamente coinvolgere l’intero sistema scolastico e non solo i docenti di sostegno.

I tagli alla scuola hanno avuto come conseguenza meno insegnanti e meno collaboratori scolastici: quali ricadute ci sono state sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità?

In primo luogo l’innalzamento del numero degli alunni per classe ha determinato la riduzione del personale docente rendendo molto problematica l’individualizzazione degli insegnamenti, non solo per gli alunni con disabilità, ma in generale per tutti gli studenti. È bene ricordare che le recenti riforme scolastiche hanno introdotto l’individualizzazione e la personalizzazione degli insegnamenti non solo per i disabili, ma anche per gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento e in generale per tutti coloro che presentano forme di svantaggio.
Per quanto riguarda la questione degli organici dei docenti di sostegno, la FADIS ha sempre sostenuto due importanti criteri per la loro determinazione: il primo è legato al mantenimento del rapporto un insegnante ogni due alunni certificati, in ogni ordine di scuola, come valore medio di riferimento; il secondo prevede la possibilità di attivazione di posti in deroga, limitati ai casi di effettiva necessità. Entrambi i criteri sono stati ribaditi dalla Corte Costituzionale, con la sentenza n. 80 del 22/02/2010. È il sistema di gestione e di comando del Ministero dell’Istruzione, nelle sue varie diramazioni, che impedisce il corretto avvio dell’anno scolastico per diversi alunni con disabilità, con i conseguenti ripetuti interventi dei genitori presso i tribunali, per tutelare i diritti dei propri figli.
Meno appariscente, ma non meno importante, è la questione dei collaboratori scolastici, cui spetta il compito di assicurare l’assistenza igienica agli alunni con disabilità che necessitano di essere accompagnati in bagno. Durante quest’anno scolastico ci sono state difficoltà nei pagamenti delle indennità previste dal contratto di lavoro per questa mansione. Come accennavo nella risposta precedente, l’integrazione scolastica è possibile grazie all’intervento di più soggetti e basta che uno di questi venga a mancare che percorsi avviati con grande professionalità nelle scuole possono risultare difficilmente percorribili.

La condizione di precarietà dei docenti non garantisce continuità didattica e sono molti gli alunni che cambiano insegnante di sostegno anche nel corso dello stesso anno scolastico. Come vive un professionista questa condizione?

Il tema della continuità didattica rimane sicuramente una delle costanti nel dibattito sul funzionamento, sull’organizzazione e sulla qualità della scuola italiana. Per quanto
riguarda l’aspetto più specifico dei docenti di sostegno, questo tema si fa sicuramente scottante, in quanto da sempre una gran parte dei docenti di sostegno sono precari. Un passo avanti per la risoluzione di questo problema è stato avviato grazie alla Legge n. 128/2013, che prevede la progressiva stabilizzazione di circa 26mila docenti di sostegno che saranno assunti con contratti a tempo indeterminato nel triennio 2014-2016.

Ritiene che i docenti siano formati sul tema dell’integrazione scolastica e quali dovrebbero essere le strategie che la scuola mette in atto al fine di creare integrazione?

La formazione sui temi della disabilità, delle metodologie didattiche e dei criteri di valutazione relativi all’integrazione scolastica deve ancora essere resa obbligatoria per tutti i docenti. Ognuno poi, secondo il proprio ruolo, contribuirà al successo dell’integrazione scolastica. Pertanto la formazione obbligatoria su questo aspetto dovrebbe essere presente sia nella formazione iniziale, sia in quella in itinere. Qualche timido segnale d’inversione di tendenza è stato solo recentemente introdotto nei percorsi di formazione iniziale per la scuola primaria, mentre appare insignificante il monte ore previsto per i futuri docenti della scuola secondaria che frequenteranno il TFA, Tirocinio Formativo Attivo.

Quando si parla dell’insegnante di sostegno spesso non si dà pari dignità alla sua professionalità, rispetto a quella degli altri docenti, e di conseguenza si rischia di non riconoscere pari valore allo studente disabile. Ritiene che manchi in Italia una cultura in questo senso?

In generale nel nostro Paese è pressoché assente un reale riconoscimento della professionalità dei docenti. Per questo motivo non credo che si tratti di un problema specifico dei docenti di sostegno. Da sempre gran parte delle attività più innovative e di ricerca nella scuola italiana è svolta dai docenti in forma volontaria.

Gli alunni con disabilità risultano aumentare nelle classi superiori. Dove vanno cercate le motivazioni di questo aumento di iscrizioni? E la scuola è preparata ad accoglierli?

Secondo i dati forniti dal MIUR, per l’anno scolastico 2012/2013, nella scuola secondaria di secondo grado si è registrato un incremento del +4,3%. In generale si tratta di una tendenza all’aumento che è in atto da diverso tempo e sulla quale vale la pena soffermarsi. Innanzitutto, la scuola media di primo grado non è professionalizzante ed è alle superiori che i ragazzi e le ragazze con disabilità possono essere inseriti, quando è possibile, in un percorso di avviamento al lavoro. La recente riforma della scuola secondaria di secondo grado prevede dalle classi terze la realizzazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro, con stage in azienda, ai quali possono partecipare anche gli alunni con disabilità. Si tratta di esperienze che possono diventare fondamentali per il futuro di questi alunni, per i quali molto spesso al termine della scuola mancano strutture e percorsi adeguati. La scuola secondaria superiore si presenta come uno dei passaggi di vita tra i più complessi e delicati per l’alunno con disabilità. Su questi temi c’è ancora molto da fare sia nelle scuole sia nella società.

Creare un welfare di comunità, unendo le forze tra scuola e privato sociale, si può?

Si tratta di percorsi di cui, in alcune realtà del nostro Paese, esistono già esperienze molto positive che vanno sostenute. Ad esempio, attraverso il welfare di comunità si può puntare con maggiore probabilità di successo alla realizzazione di progetti che prevedono l’acquisizione delle autonomie sociali in ambienti extrascolastici, creando quelle opportunità di crescita che la scuola non è sempre in grado di percorrere.


Fonte:
XALTRO n. 5 genn. mag. 2014 Intervista a Nicola Quirico presidente della Federazione Associazioni Docenti per l’Integrazione Scolastica.